CIRCUITO di CREMONA, Cremona 8.7.2006
Il Torrazzo, ieratico come sempre, osserva il variopinto carosello del “Circuito”. Sono da poco passate le 21 quando la Porsche 911 RSR di Noci - Bonetti sale la pedana di partenza. Sono i primi tra circa venti equipaggi. La gara racconta una storia affascinante, iniziata negli anni Venti e proseguita, dal 1972, con i rally. Le prime protagoniste, in lizza per il Campionato Italiano sono proprio le Fiat Abarth 131 e 124, le Porsche 911, le Opel Kadett e Ascona, le “Fulvia” e le “Alpine”. Al volante campioni di ieri e di oggi, esordienti emozionati più o meno illustri. Luigi Baldani divide l’abitacolo con l’esperto Leonardo Adessi, mentre Gian Carlo Corada e Giuseppe Torchio si lanciano impavidi nella mischia. Pochi kilometri dopo, con la prova speciale sul tracciato in riva al Po, inizia la gara vera e propria. Il discorso riprende dove si era interrotto lo scorso anno. Pietro Noci e Gianluca Bonetti confermano il proprio valore: solo ieri sono saliti sulla Porche rsr, oggi suggellano il debutto firmando il miglior tempo e confermando ambizioni di vittoria. Precedono Capsoni - Caldelari e Bigoni – Bailoni . Oltre sessanta concorrenti scendono, invece, in lizza per il rally valevole per la Coppa Italia 2a zona. Bastano pochi metri per intuire che sarà gara vera e incerta fino alla fine: quattro concorrenti sono racchiusi nello spazio di un secondo: Graffietti – Boero fanno valere le doti di maneggevolezza della Opel Corsa “Super 1600” . Ma della partita sono anche Tramelli - Bottazzi, della locale scuderia IdeaRacing: onorano la gara di casa e concludono staccati di soli quattro decimi di secondo. Distacco doppio per Riccardi – Contini; solo un decimo in più per Proh – Quarantani. Ma anche Marchetti - Scalmani e Aiolfi – Nodi, scatenati con la Clio N3, scendono sotto il minuto. Nella prova di regolarità Fabbri – Fiordalisi e Fortin – Inverardi, entrambi con sei centesimi di errore, sono i più precisi. Ma ciò che soprattutto li accomuna è il dividere l’abitacolo con navigatori ipovedenti del progetto MITE.Sulle rampe appenniniche si comincia a fare sul serio. Inoltre la “Vicanino” è la più lunga tra le prove. Tra le storiche Paganoni – Dell’Acqua si riprendono con gli interessi quanto concesso in precedenza. Bigoni - Bailoni e Noci – Bonetti contengono il distacco entro il mezzo minuto, Brazzoli - Di Tullio e Cortimiglia – Piacentini entro la frazione intera. Da questo punto in poi per gli altri concorrenti la gara, indipendentemente dal profilo altimetrico, sarà in salita. Stesso copione sulla ps 3 “Prato Barbieri”. Negli anni Settanta la prova faceva parte del rally Valli Piacentine, gara valida per il campionato europeo. Ancora oggi è un test probante per auto e piloti. L’equipaggio piemontese si conferma primo, mentre gli avversari diretti perdono contatto e seguono quasi ad un minuto. Sulla “Polignano” la miglior prestazione premia ancora la Fiat 131 Abarth. Noci paga la brevità dell’apprendistato con la coupé tedesca ed è sesto. Ancora una volta sono le grosse cilindrate a dettare legge, mentre le piccole chiudono il gruppo Mini Cooper e Autobianchi A 112 animano una sfida tutta loro, con Filippo e Alberto Guardabassi capaci di valorizzare con una guida attenta le doti della utilitaria inglese. Pronostici rispettati anche nel Rally di Coppa Italia. Graffietti - Boero entrano in prova spavaldi e firmano lo scratch. Ma sono incalzati dalle vetture a trazione integrale Tiramani – Gnocchi, Riccardi - Contini e Tramelli – Bottazzi si piazzano nell’ordine alle loro spalle. Battuta d’arresto per Proh e Quarantani che concludono decimi. Desta stupore la performance di Gianluigi Zilocchi e Lucia Milza: diciassettesimi con la minuscola Peugeot 106 di classe N2. In sei abbandonano la gara: tra loro anche Rosi – Rivia, a bordo di una Lancia Delta nei colori ufficiali capace di emozionare gli appassionati. Risultato invertito sulla “speciale” successiva, “Prato Barbieri”: Tiramani - Gnocchi sfruttano la maggior trazione della Mitsubishi Lancer e rosicchiano tre secondi ai battistrada. Rinviene Ermanno Dionisio, tra i favoriti alla vigilia: è quarto. Problemi meccanici ammutoliscono il motore della berlina giapponese di Proh – Quarantani: ancora una volta sono costretti al ritiro. Manca ancora una prova prima di completare il primo round di prove. Graffietti vuole andare al riordino in testa e sfrutta tutta la potenza della sua Peugeot. È braccato da una sfilza di Gruppo N: ben tredici! Intanto le auto storiche impegnate nella regolarità rientrano a Cremona dove ala la bandiera a scacchi. Ha un valore particolare il successo di Pierluigi Fortin nella prova di regolarità. Al suo fianco siede, infatti, Alessandra Inverardi, navigatrice ipovedente. Ed è il primato del campione triestino, che solo nel finale riesce a piegare la coriacea resistenza degli alfieri cremonesi Giovanni e Fabio Piccioni, il miglior suggello a una grande e festosa occasione di sport qual è il “Circuito di Cremona”. Colpo di scena al riordino di Fiorenzuola: problemi meccanici alla pompa della benzina costringono Pietro Noci, terzo fino a quel momento, a consegnare la tabella di marcia. Paganoni - Dell’Acqua calano il poker sulla ripetizione della “Vicanino”. Il ritmo dei battistrada si è tuttavia allentato e sono in molti a cercare scampoli di gloria. Alessandro Cortimiglia, con la Fiat 124 Abarth, e Enrico Brazzoli, su Porche 911 Sc, si spartiscono le due prove successive. Nelle retrovie Gerardo Macchi del Sette ed Emanuele Uderzo non risparmiano la Giulietta spider veloce del 1962, la più anziana tra le auto in gara. Paganoni chiude in bellezza prova e gara. La classifica finale vede Bigoni – Bailoni secondi e Brazzoli – Di Tullio terzi. Nel secondo raggruppamento Alessandro Cortimiglia s’impone ai danni di Paolo e Marco Rocco e di Gigi Capsoni, che nel finale rimedia con l’orgoglio ad un motore borbottante a tre cilindri Dopo il Parco Assistenza le condizioni del manto stradale, leggermente peggiorate, favoriscono le vetture a trazione integrale: Enrico Riccardi ne profitta subito e lascia il riordino con propositi bellicosi. Gli avversari non sono affatto arrendevoli e non concedono al portacolori Subaru che pochi secondi. È il preludio alla rivincita delle N4, che monopolizzano i primi due posti nel secondo passaggio sulla “Prato Barbieri”. Emanuele Graffietti deve accontentarsi del terzo tempo, ma la Opel sembra afflitta da qualche problema. Non entrerà nella settima prova speciale: la rottura di un semiasse smentisce un verdetto solo all’apparenza consolidato. L’ultimo passaggio sulla Polignano consacra l’ardimento di Gianluigi Cogo, il più rapido a dispetto della limitata potenza della Peugeot 206 RC. Nelle posizioni di rincalzo Riccardi affianca Tiramani. I due piloti affrontano l’ultimo tratto cronometrato separati da solo un secondo e mezzo: un’inizia dopo trecento kilometri di gara. La “Spettacolo” mantiene fede al nome importante: il circuito ricavato nello splendido anfiteatro naturale degli argini del fiume premia la miglior maneggevolezza e la maggior coppia ai bassi regimi della Subaru. Enrico Riccardi sfrutta queste doti e le proprie attitudini velocistiche per balzare sul gradino più alto del podio. Piccola delusione per la scuderia Idearacing, che completa il podio con Mauro Tiramani e Alessandro Tramelli. Ermanno Dionisio è quarto, Luca Roggiani, quinto e primo di classe N3, ha ragione di un coriaceo Maurizio Aiolfi.
Ufficio Stampa Rally |
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Dove abbiamo scattato le foto del nostro servizio
Per le classifiche collegarsi a http://www.acicremona.it/circuito/clasrally206.htm